Con lo sviluppo della società moderna, la nascita delle lingue volgari e il miglioramento delle condizioni di vita al termine dell’Alto Medioevo, l’evoluzione culturale ha portato dei cambiamenti anche in ambito musicale. È intorno al 1100 d.C. che risalgono le prime testimonianze della canzone profana volgare, slegata dall’ambito religioso e molto più “popolare”: i suoi protagonisti non sono più monaci e benedettini, ma persone del popolo, come giullari, trovatori, menestrelli e saltimbanchi.
Ciò non ha arrestato il parallelo percorso della musica cosiddetta colta, per capirci quella degli aristocratici: impossibile non citare la fioritura di nuovi strumenti e lo sviluppo dell’industria relativa durante e dopo il Rinascimento; è grazie ai liutai che il linguaggio musicale si fa sempre più ricco, con l’introduzione di tecniche quali la polifonia (canto a più voci) e il contrappunto (a ogni nota di una melodia ne corrisponde un’altra). Contemporaneamente, gli artisti iniziano a godere di più libertà di sperimentazione, restando in bilico tra l’afflato religioso e l’istinto.
La musica colta europea
Definire la musica classica è un vizio di forma, in quanto è un’etichetta data a posteriori dopo la recente nascita dell’industria musicale, la quale ha creato a sua volta la necessità di ordinare i cataloghi in generi per una fruizione più semplice e intuitiva. Difficile però negare che oggi sia di uso comune intendere per musica classica tutte quelle opere del passato che si presentano suonate da orchestre.
Possiamo comunque affermare che, per musica classica, ci riferiamo all’insieme di stili e forme musicali nate intorno al 1500 e giunte fino a noi.
Classica per chi?
Come abbiamo appena visto, i confini che delimitano la musica classica non sono netti, né a livello temporale che stilistico, pertanto è solo una definizione assegnata dai posteri e ormai usata per convenzione. Il termine “classico” rischia infatti di essere fuorviante: ciò che oggi a noi appare come decisamente “classico e tradizionale”, in realtà non è detto lo fosse per chi viveva al tempo della sua composizione. E ciò è ancor più verso se pensiamo che anche la musica colta contemporanea viene a volte inserita in tale genere.
La prima volta che troviamo un riferimento scritto alla musica classica risale all’inizio del secolo XIX: si vuole glorificare l’epoca d’oro della musica colta europea canonizzandone i periodi di Bach, Mozart e Beethoven.